non sono neppure io un produttore, ma lavoro da circa un anno per un consorzio di produttori. mi trovo molto spesso daccordo con le tue opinione e i tuoi post mi forniscono molto spesso spunti su cui riflettere, se non veri e propri consigli per il mio lavoro.
Ritengo che puntare un po’ di più sull’export, anche solo nell’ottica di differenziare il proprio mercato, non sia affatto sbagliato anche per i piccoli produttori. Il problema sussiste qualora si abbia la prestesa di affrontare una cosidetta penetrazione commerciale in un nuovo mercato, senza prima avere pianificato una strategia organica, in cui si ha in mente in modo univoco quale possa essere il target di riferimento e soprattutto quali sono i costi da sostenere. Se si decide di puntare sull’export, lo si deve fare in un ottica di medio/lungo periodo e non sfruttando solo finestre di opportunità temporanee (missioni estemporanee ricerche di mercato approssimative) e progetti disarticolati, che richiedono sì piccoli investimenti ma di conseguenza pochissima resa.
Io lavoro per un consorzio di piccoli/medi produttori, non sono io stesso un produttore. Mi rendo però conto che molto spesso alle piccole aziende manca proprio la visione di una strategia mirata, qualora abbiano anche la volontà di adottare nuove iniziative commerciali, hanno per così dire la tendenza a “tirare la cinghia” più del dovuto, aderendo a progetti estemporanei e male organizzati e finendo per spendere poco e male.